SE VI DICO FEMMINISMO

Se vi dico femminismo è una delle rubriche di Frequenze di Genere, che riporta i contributi di ascoltatori e ascoltatrici alla domanda “Se vi dico femminismo, cosa vi viene in mente?”

La parola femminismo ha assunto nel tempo significati e connotazioni profondamente diverse, così come diverse sono le immagini che rievoca nella testa di ognuno di noi. Nel corso degli anni questa parola è stata spesso travisata, esagerata, abusata, acquistando infinite sfumature ed evolvendo sotto i nostri occhi. Senza che ce ne accorgessimo.

Se vi dico femminismo cosa vi viene in mente?
Potete rispondere lasciando un commento in questa pagina, o scrivendo al nostro indirizzo mail frequenzedigenere@gmail.com.
Le vostre considerazioni su questo termine tanto complesso quanto controverso saranno lette nel corso della trasmissione all’interno della rubrica e, se lo vorrete, potrete essere proprio voi a dire ai nostri microfoni cosa ne pensate!

Le parole sono importanti.

11 commenti to “SE VI DICO FEMMINISMO”

  1. da Chiara Cerretini

    “E’ inevitabile non avere un riscontro di vecchie immagini e vecchi filmati quando si nomina il “femminismo”.

    Ricordo ancora i brividi che mi provocavano quando ancora ero bambina nel vederli, una sorta di consapevolezza latente su milioni di battaglie che anch’io avrei dovuto affrontare prima o poi nella vita,

    Definire il femminismo non è certo un gioco semplice. Io è da una vita che cerco di capirci qualcosa. Su me stessa. Sulle altre. Sugli errori e sulle contraddizioni. Sugli estremismi.

    Da piccola mi chiedevo come fosse possibile che una donna, una ragazza, una femmina non fosse “femminista”.

    Da piccola essere femminista voleva dire per me lottare per determinati diritti, per determinate opportunità, esistere a pieno i quanto donna.

    E mi pare assurdo che tutto ciò fosse rifiutato in primis da una donna, verso se stessa.

    Crescendo ho iniziato a capire un po’ meglio questo mondo, e forse questa cultura.

    Definirsi femminista spaventa, perchè con “femminismo” rievochi una determinara cultura politica, non soltanto una questione di genere.

    Le femministe sono ancora, nell’immaginario collettivo, le streghe urlanti che giravano con i peli sotto le ascelle, lesbiche radicali che avrebbero ucciso piuttosto ucciso un uomo per l’amore delle proprie sorelle.

    Il “femminismo”, come movimento, è stato tanto ed ha assunto molteplici forme, come poi era, a mio avviso, giusto che fosse.

    Quelle mie compagne di classe che si dicevano antifemministe, la pensavano così, era tutta una questione di sinistra.

    Il femminismo s’è sporcato degli errori di una generazione, ma secondo me ci voleva.

    Ho cercato di approfondire più volte l’argomento nel corso della mia vita e neanch’io mi rispecchio in un certo radicalismo, ma ci voleva, in quel momento bisognava iniziare spaccando tutto.

    Quando si parla di femminismo bisognerebbe però fare attenzione a non cadere in questa facile trappola rievocativa.

    Una donna è una donna, bisognerebbe scatenarla un attimo dal retroterra culturale di appartenenza, dalla fazione politica, dal colore, dalla religione.

    Il “femminismo” non è o non dovrebbe essere un semplice ramo della cultura di sinistra.

    Il “femminismo” dovrebbe riacquisire un valore originario, dovrebbe essere semplicemente, in primis, una questione di donne“.

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  2. da Mattia Zucchini

    “Allora allora non è mica facile, perchè non è una di quelle cose che
    si tagliano con l’accetta. per prima cosa mi vengono in mente le lotte
    degli anni 60 per l’emancipazione della donna, lo sforzo contro la
    corrente della tradizione e del bigottismo per affermare un diritto
    naturale alla parità di condizioni tra uomo e donna. questo è un
    punto importante: non parità tra uomo e donna, ma parità di
    condizioni. solo la parità di condizioni dona all’essere umano la
    capacità di esprimersi con la maggiore libertà. quella lotta, come
    tutte le lotte, ha senso che sia combattuta sino a che resiste anche
    un solo ostacolo all’ottenimento del risultato. le lotte non perdono
    di importanza solo perchè raggiungono un traguardo parziale.
    ogni tanto qualche dubbio mi viene, ma non sul femminismo, solo su
    qualche femminista. che magari non è sempre coerente fino in fondo e
    le scappa un ragionamento o un atteggiamento maschilista (ma del resto
    si è mai visto qualcuno che sia sempre e comunque coerente? e,
    soprattutto, la coerenza è un valore o piuttosto una sana abitudine di
    vita?), o che magari, nell’enfasi della lotta, tende a vedere ovunque
    manifestazioni di maschilismo (se mi volto a guardare il culo di una
    ragazza, in modo discreto per non metterla in imbarazzo, sono
    maschilista? boh, a me pare di no).
    per il resto, che la lotta continui. che mi pare che ultimamente,
    delle due, ce ne sia anche più bisogno.”

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  3. da Francesco Artuso

    “A me viene in mente qualcosa di incompiuto, e mi interesserebbe capire a fondo come si è instaurata una mentalità talmente reazionaria che ha fatto passare un desiderio di emancipazione e miglioramento come uno dei tanti -ismi del secolo scorso, e come tale quindi negativo.”

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  4. da FUT

    “Donna scialba e incazzata con cartello intenta a manifestare: immagine in se non negativa considerando i soprusi del sesso forte nei loro confronti…
    La presenza di un sottofondo di violenza e rabbia me la rende comunque spiacevole.”

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  5. da Marco Cimmino

    A me viene in mente che le donne o non hanno memoria di che cos’e’ stato oppure non e’ mai stato chiaro e coerente il femminismo.
    Vivo in Estonia da tre anni, ma anche in Italia seppure un po’ meglio, vedo che molte donne si aspettano che l’uomo paghi sempre e scambiano questo per delle “carinerie” quando in realta’ altro non e’ che maschilismo mascherato, visto che la donna non puo’ accedere a livelli di lavoro piu’ gratificanti e remunerativi e quindi si accontenta dell’uomo che paga.

    Non mi fraitendete, sono anche io per la cena romantica pagata, il fiore, la carineria, ma per le cose sincere, non per cio’ che diventa un’abitudine e che di fatto rende la donna “dipendente” dall’uomo.
    Amo le donne indipendenti e non capisco se il femminismo e’ stato poco incisivo o se ha perso smalto. Di sicuro qua in Estonia non c’e’ mai stato alcun femminismo, almeno non credo che sotto l’unione sovietica questo potesse mai accadere e pure dopo la sua caduta nulla sembra cambiato vista la mentalita’ delle donne qui.

    In Italia aime’ vedo che le cose sono diverse, ma non troppo e per certi versi anche peggio. Spesso la parita’ dei sessi non esiste e molte donne o adolescenti reputano normale (se non peggio la massima aspirazione) andare in televisione o essere in partiti politici dove la donna e’ li’ non per i suoi meriti, ma solo per la bellezza o altro che niente ha a che fare con le vere capacita’.

    Secondo me le donne dovrebbero essere indipendenti, trattate per quello che sanno fare e non per la loro bellezza e/o servizi extra che fanno. Ma mi sembra che loro stesse abbiano perso di vista il vero femminismo e questo e’ colpa anche degli uomini, ma non solo.”

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  6. da Susanna

    Intanto non mi piacciono gli “ismi”: è una derivazione che a getto mi vien da dire che sia di solito negativa e la associo istintivamente al volersi escludere, all’escludere gli altri, al creare barriere e divisioni. Ovviamente ci sono poi barriere che vanno fatte, diritti per i quali si può cercare di combattere e di conseguenza ci si DEVE differenziare da chi non li rispetta, ma quando lo si fa con movimenti che finiscono per esser etichettati in “ismi”… mi vien da essere più scettica. Di solito – perchè poi non ho niente contro il buddismo e il futurismo e robe del genere, quindi in effetti dipende.

    Guardando su wikipedia ho trovato tutta una lista di ismi contro cui non ho niente, e non son nemmeno negativi, quindi dev’esser che attaccare femmina davanti a ismo non mi piace.

    Credo dipenda dal fatto che la prima immagine che mi viene in mente è quella delle lotte a fine anni 60, immagino i roghi dei reggiseni e robe del genere, e mi dico – il femminismo come me l’immagino in quel momento lì è uno spostamento troppo radicale dalla parte opposta della bilancia. Cioè, se una donna mi venisse a dire che non abbiam bisogno degli uomini, e mi dicesse che è femminista, mi confermerebbe questa immagine stereotipica del femminismo, e non sarei d’accordo con questa visione. Poi naturalmente il femminismo ha tante espressioni ben meno radicali di questa, ma questa è la prima che mi viene in mente, e che quindi associo a una immagine negativa. Il motivo è poi che per me esser radicale è sempre negativo, in qualsiasi direzione si vada (dall’integralismo religioso alle diete alla musica a.. quel che vuoi.

    Ho poi l’impressione che il concetto di femminismo sia a volte sfruttato in modo improprio. non ho dubbi sul fatto che le donne (intendo in Italia, oggi, e non parlo di altri paesi) tendono ad avere meno opportunità degli uomini in campo lavorativo, che devon faticare di più per aver gli stessi posti – quando ci riescono, che in generale sono discriminate, ma temo che usare la bandiera del femminismo per far passare delle “concessioni” per le pari opportunità non faccia che rafforzare questa idea che, giust’appunto, noi siamo il sesso debole e gli uomini devono “concederci” delle condizioni di favore per farci esser altrettanto produttive, efficaci e di successo. Secondo me invece le pari opportunità devono riguardare anche l’uomo: mi viene ovviamente in mente la Germania e la questione dei papà che hanno il congedo di paternità tanto quanto le mamme, e mi chiedo perchè le donne debbano essere trattate come una categoria “a parte”, quando a scuola eravam sempre le prime della classe. Cos’è, a far figli si diventa improvvisamente deficienti?!

    Voglio raccontare un episodio: ero in macchina con due scienziate finlandesi, le stavo accompagnando alla conferenza a Carpi. La Finlandia ha una presidente donna e pare stia per avere anche il primo ministro donna. Se ho capito bene hanno fatto un’inchiesta nelle scuole e hanno chiesto ai bimbi cosa volevan fare da grandi.. e un bimbo, maschio, ha chiesto “Posso diventare anch’io presidente… anche se sono un maschio?!” Te l’immagineresti mai in Italia una domanda così?!?”

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  7. da Agnese

    esagerate – invasate – gente che legge tutto attraverso il filtro del genere
    sesso – pillola – libertà – aborto
    abusi – violenze
    libertà – diritti – uguaglianza – alzare la voce – non violenza

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  8. da Marta

    unione, strade, urla, complicità, presa di coscienza, “educazione” dell’uomo maschio, rigore, fermezza, responsabilità, fiducia in se stesse, dolcezza nell’uomo maschio, lotta, non dare importanza ai commenti della società quando sono eccessivamente maschilisti e starne lontano, superiorità.

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  9. da Daniela

    se qualcuno mi dice femminismo la prima cosa ke mi salta in mente è gruppo, associazione. insieme di donne. il femminismo è un modo che hanno le donne di dimostrare qualcosa al mondo, anche se poi nn ne avrebbero bisogno.a volte un parola puo’ dare tanto…

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  10. Emilio (15 anni), alla domanda “Secondo te chi sono le femministe?”:
    “Donne incazzate con tutto il mondo, lesbiche o comunque alternative”

    Povere donne mie! (commento della mamma femminista :-) )

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  11. femminismo per me vuol dire essere capaci di avvertire e rifiutare tutt* le rappresentazioni quotidiane, i fatti “normali”, le costruzioni di senso e linguaggio, che ci circondano e vogliono ancora raccontarci di una schiera di signorine “brave coi bimbi, a letto e nelle cucine” e di maschietti che non possono non aiutare quelle povere deficienti ad andare avanti, che sole non ce la fanno.

    una gnocca che balla nuda in tv ci dice questo.
    una chiesa in ogni piazza ci ricorda questo.
    ogni barbie a una bambina ed ogni pistola ad un bambino ci racconta questo.
    le ragazze “dolci e sensibili” e gli uomini “forti e coraggiosi”(e mai che gli aggettivi si invertano!) ci raccontano questo.
    …..chi più ne ha più ne metta!

    se poi non le noti (uomo o donna che tu sia) non è che non sei femminist*….sei un idiota.

    ps: ma tutto ciò come ricade nell’omosessualità?

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