Archive for novembre 25th, 2011

25 novembre 2011

NARRAZIONI DI GENERE – sabato 26 novembre

di Angela

Carissim*,

queste sono settimane fitte di impegni per Frequenze di Genere, e non possiamo che esserne felici. Oltre alla mostra in corso, che potrete visitare da oggi fino al 2 dicembre a Funo, vi segnaliamo un incontro a cui prenderemo parte, previsto per domani presso la Mediateca di San Lazzaro di Savena (Bologna), dal titolo Narrazioni di genere. L’incontro si terrà alle ore 17.30 presso la Sala Eventi della mediateca (via Caselle, 22) ed è promosso dall’Assessorato alla Qualità Socio Culturale e Pari Opportunità in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne. Ebbene, come vi dicevo, in questo incontro è previsto anche un intervento di Frequenze di Genere, nella persona fisica di Mari, che parlerà della nostra esperienza radiofonica. Seguiranno poi gli interventi di Barbara Servidori e Stefania Prestopino (associazione culturale Hamelin) che presenteranno l’ultimo numero della rivista «Hamelin», dedicato proprio alle questioni di genere; successivamente Davide Pace (cooperativa Equilibri) contribuirà parlando del progetto Di che genere sei, realizzato dalla zona interbibliotecaria Valle dell’Idice. L’intero incontro sarà moderato da Mara Cinquepalmi. Se vi trovate in zona vi invitiamo a partecipare, e magari passare a salutarci.

A presto e buon weekend!

Frequenze di Genere

25 novembre 2011

Cult – “Ti do i miei occhi”

di Komorebi

La recensione del film “ti do i miei occhi” ospitata nella rubrica Cult della puntata del 18 novembre è ad opera di Anna Bestetti.

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Te doy mis ojos ( Ti do i miei occhi, in italiano) è un film spagnolo del 2003.

Il film inizia con la scena di una donna che, in piena notte, esce di casa con il figlio per mano e una valigia sotto braccio. Quella che potrebbe sembrare la fine di una relazione con un marito violento, è soltanto l’inizio di un processo di emancipazione complesso che Pilar, la protagonista, deve affrontare.

Il film è ambientato a Toledo, nella splendida capitale della Castilla La Mancha. Laddove Don Quisciotte lottava contro i mulini a vento, Pilar deve combattere non solo contro il marito che cercherà di riconquistarla, ma anche contro quella mentalità per la quale il primo dovere di una donna è quello di essere madre e moglie, di sopportare, di sacrificarsi per il bene e per l’unità della famiglia.

Questa mentalità che la regista, Icìar Bollaìn, critica della società spagnola, il pubblico italiano la ritrova facilmente in casa sua .

La maggiore battaglia di Pilar sarà comunque quella contro sé stessa e quella cultura nella quale è cresciuta e che, inevitabilmente ha interiorizzato.

Ti do i miei occhi è un film che parla della violenza in occidente, tra coppie europee e cristiane, tra persone, per così dire, come noi. Finalmente. Perché spesso sembra che a compiere violenza sulla compagna siano soltanto gli stranieri, gli immigrati e soprattutto i musulmani. Questo è forse il più grande merito del film.

Un altro grande merito è la profondità nella caratterizzazione e l’analisi psicologica dei due protagonisti. Pilar è una donna colta, amante dell’arte, con un lavoro che la gratifica e relazioni amicali. Una donna che se conoscessimo mai sospetteremmo essere vittima di violenza. L’unico indizio sarebbero quei lividi che cerca di nascondere, che comunque lei giustificherebbe con cadute dalle scale e piccoli incidenti domestici. L’atteggiamento di Pilar è proprio quello tipico della donna maltrattata. Non ne parla con le amiche, né con la madre né con la sorella, che è l’unica ad aver capito la situazione. Se ne vergogna e soffre in silenzio.

Antonio, il marito, è anche lui una persona insospettabile. Non si droga, non è alcolizzato, ha un lavoro stabile e all’apparenza sembra proprio un uomo a posto. L’analisi psicologica di Antonio è, a mio parere, particolarmente interessante. Antonio partecipa a un gruppo di aiuto per uomini violenti. Lo psicologo che lo segue gli fa appuntare su un quaderno le sensazioni che prova quando perde il controllo.

Così scrive Antonio: Il cuore accelera, si annebbia la mente e ti sembra come di soffocare, sembra che il collo e la nuca si riempiano di formiche, ti secchi dentro, si ferma l’aria, il rumore, tutto si ferma, e sei cieco.

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25 novembre 2011

Violenza domestica – III parte

di Komorebi

Andrà in onda oggi la terza ed ultima parte dell’intervista a Caterina Righi, operatrice della Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna. Parleremo di violenza economica, una forma di violenza forse meno riconoscibile di quella fisica, ma che ha il devastante effetto di minare l’indipendenza economica della donna, rendendole ancora più difficile allontanarsi da una situazione di violenza, in particolar modo se ha figli/e. Molto spesso infatti sono motivazioni di carattere economico che impediscono alle donne di separarsi da un partner violento, poichè da sole e con figli a carico è veramente difficoltoso poter pagare un affitto e, più in generale,  sostenere il costo della vita. Per le donne a cui il marito o il compagno ha impedito di lavorare, o che ha costretto a firmare ingenti debiti, uscire dalla violenza è praticamente impossibile, se non si può fare affidamento su una rete solidale o in mancanza di sostegni come quelli offerti dai centri antiviolenza, che mettono a disposizione, oltre ad un servizio di counselling, anche case rifugio in cui le donne e i loro figli/e possono vivere per un periodo di tempo,  in modo da poter  intraprendere un percorso di recupero di autonomia e indipendenza sia emotiva, che economica.

Vi invitiamo ad ascoltare la puntata in diretta sulle frequenze di Radio Città Fujiko 103.1 Fm per chi si trova a Bologna e provincia, o dal sito della radio http://www.radiocittafujiko.it, se siete altrove nel mondo.
ATTENZIONE: la puntata di oggi venerdì 25 novembre, in onda dalle 13.30 alle 14,  potrebbe subire ritardo a causa del prolungarsi del Question Time della diretta del Consiglio Comunale di Bologna.

Buon ascolto!